Bergamo Post – 24 Febbraio 2017

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“Bossetti è innocente: ecco perché”

Alle 20.35 dell’1 luglio 2016, Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio dalla Corte d’Assise di Bergamo, presieduta dal giudice Antonella Bertoja.

Il 28 settembre scorso, la Corte ha reso note le motivazioni della sentenza. Oltre centocinquanta pagine nelle quali Bossetti viene definito un uomo dall’«animo malvagio», spinto al terribile omicidio dal «contesto di avance a sfondo sessuale verosimilmente respinte dalla ragazza, in grado di scatenare nell’imputato una reazione di violenza e sadismo di cui non aveva mai dato prova fino ad allora». Motivazioni che dovrebbero giustificare la condanna, dimostrare l’«al di là di ogni ragionevole dubbio» che la legge richiede perché un cittadino venga privato della propria libertà.

Requisito che, a parere di Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avvocati difensori di Bossetti, manca. «Questa sentenza non è altro che la riproposizione della requisitoria del pm», commentò a caldo Salvagni. Tesi alla base del ricorso in Appello che i due legali hanno depositato il 12 novembre e nel quale espongono come il castello accusatorio «faccia acqua da tutte le parti».